Dopo i fatti del 1647 Eboli fu presidiata dalla milizia Alemanna che, non avendo percepito il dovuto dall’università, si abbandonò ad atti di intolleranza. Molti cittadini furono carcerati, le loro case saccheggiate, gli animali rivenduti a prezzo stracciati alla fiera di Salerno. Il tutto per risarcirsi del mancato pagamento che la povera università, essendo quelli periodi calamitosi, non aveva potuto onorare. Altro discorso i documenti esaminati. Il sacco non fu solo lo sfogo per la mancata corresponsione dei soldi pattuiti, ma una carneficina “teleguidata”.
Tanto da apparire un banale pretesto per mettere a ferro e fuoco una città che aveva osato avanzare richieste di partecipazione democratico nel governo dell’università. Il 23 ottobre 1648 si scatena un vero e proprio assalto alla città. Quattro compagnie di Alemanni si abbandonano ad ogni sorta di eccesso, bruciando case, facendo razzia di animali e viveri e facendo molti prigionieri, liberati solo dietro riscatto.