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Maggio 25, 2025

Del francescano della congrega dei conventuali di San Francesco d’Assisi di Eboli non si hanno molte notizie. Si sa che è nato ad Eboli nel 1471, da famiglia patrizia ebolitana. Il padre, Giovanni, era governatore di Agropoli. Fu Beato, circostanza ripetuta dagli studiosi di cose francescane e dal Martirologio e cronache dei Padri Minori Conventuali e ripresa in alcune stampe del 600, come quella arrivata fino a noi con l’iscrizione: Il padre Antonio Romano di Eboli, dell’ordine dei Minori Conventuale, uomo semplice, retto. umile, osservante singolare della verginità perpetua, il quale visitando frequentemente la chiesa dedicata alla Vergine presso Eboli, si estasiava celestialmente per le varie apparizioni della Madre di Dio e degli uccelli che gli svolazzavano intorno e lo accompagnavano con continuo e dolce canto. Fu celebre per il dono della profezia e molto tempo prima predisse il giorno della sua morte al popolo presso il quale predicava. Morì in Roscigno nel regno di Napoli con grande gloria per santità e miracoli, il 30 Marzo 1527.

La chiesa cui si riferisce l’iscrizione è quella di Santa Maria al Castello. Le ascese alla chiesetta per adorare la Madonna sono ricordate anche in un sonetto di Gherardo degli Angeli. Come indicato nell’iscrizione, Antonio Romano morì il 30 Marzo 1527 a Roscigno. Ed ivi furono tumulate le sue spoglie, nella chiesa detta Il Cappellone. Antichi manoscritti dicono che quando morì una luce celestiale invase la camera in cui giaceva il corpo. Corpo che rimase a lungo intatto, e sulla sua tomba furono spesso notati fenomeni straordinari.